IL PIANISTA

regia di Roman Polanski
con Adrien Brody, Thomas Kretschmann, Frank Finlay
Maureen Lipman, Emilia Fox, Ed Stoppard
sceneggiatura Ronald Harwood
fotografia Pawel Edelman
montaggio Hervé De Luze
scenografia Allan Starsky costumi Anna Sheppard
musica Wojciech Kilar
produzione Alain Sarde, Robert Benmussa, Gene Gutowski
distribuzione 01
durata 2h20m

USA 2002


La trama: I cinque anni d'agonia della città di Varsavia durante la seconda guerra mondiale, vissuti attraverso le vicende di Wladyslaw Szpilman, virtuoso pianista ebreo; dai primi proclami nazisti e l'inizio delle leggi razziali, alla reclusione forzata nel ghetto, alle deportazioni nei campi. Szpilman, come Polanski da bambino, sopravvisse a tutto questo e si salvo' dalla furia dell'Olocausto.


Il Regista: Il grande maestro del cinema, nasce a Parigi nel 1933, da genitori polacchi. Sopravvissuto da bambino al ghetto di Varsavia, studia cinema a Lodtz e dopo vari corti, debutta nel lungometraggio nel 1962 con un film ormai entrato nella storia del cinema, Il coltello nell'acqua. Lavora nel cinema fra Europa e Stati Uniti e tra i suoi numerosi film ricordiamo Repulsione ('65), Cul de Sac ('66), Per favore non mordermi sul collo ('67), Rosemary's Baby ('68), Che? ('72), Chinatown ('74), L'inquilino del terzo piano ('76), Frantic ('88), Luna di Fiele ('92). Polanski è anche un apprezzato attore e sceneggiatore.


Il film: Con questo film Roman Polanski ha voluto guardare in faccia i fantasmi del suo passato e riviverli attraverso la storia del protagonista in un nuovo, catartico presente, consentendogli di fare i conti con una delle pagine più drammatiche e terribili della sua vita, prima fra tutte la perdita della madre, inghiottita nel nulla di un campo di concentramento nazista.
Nel 1999 sotto consiglio di un amico, lesse il diario di Wladyslaw Szpilman, grande pianista ebreo che sopravvisse al ghetto di Varsavia, proprio come Polanski da bambino, e da lì nacque il bisogno di raccontare questa storia personale e universale allo stesso tempo, tragedia privata dentro tragedia comune.
Ad interpretare Szpilman è stato chiamato un giovane attore newyorchese Adrien Brody, già affermato (ha lavorato con maestri come Spike Lee, Ken Loach, Terrence Malick, Steven Spielbergh) ma non famosissimo, che ha saputo interpretare l'ostinazione e la determinazione alla sopravvivenza di Szpilman con estremo rigore e passione, attraversando insieme al suo personaggio, una trasformazione non solo spirituale ma anche fisica, perdendo peso durante le riprese, trasformandosi nel finale del film, nel fantasma di un uomo, che si nasconde fra le macerie dei bombardamenti come un topo che ricerca zone d'ombra.
Ad incorniciare la splendida interpretazione di Adrien Brody, una maestosa ricostruzione d'epoca dove fotografia e scenografie la fanno da padroni; indimenticabile la panoramica della città all'indomani dei bombardamenti russi, dove la piccola sagoma del protagonista si perde in un fuoricampo di edifici e strade distrutte, apocalittico.
Per ricostruire questa scena la produzione ha lungamente ricercato in tutta Europa delle rovine "d'epoca" che potessero essere un buon set per il film, ma inutilmente; troppi anni erano passati dalla fine della guerra e rovine del periodo non si trovavano più. Alla fine, alla periferia di Berlino, è stato trovato un insieme di costruzioni che all'epoca della guerra venivano usate come uffici dai sovietici, e che ormai abbandonate, erano destinate alla demolizione per far posto a nuovi e moderni condomini. La produzione le ha affittate e distrutte per esigenze di copione, come se fossero state bombardate la notte precedente; il risultato è stupefacente.
Il film, presentato al Festival di Cannes 2002, ha vinto la Palma d'Oro e a Los Angeles tre oscar, quello come miglior protagonista per Adrien Brody, miglior sceneggiatura per Ronald Harwood e infine quello per la miglior regia di Roman Polanski.

sito ufficiale del film: www.thepianist-themovie.com